Buongiorno e ben arrivati.
Vi confesso che sono un po’ emozionato. Questo, infatti, è ufficialmente il primo post di questo blog; il primo di una lunga serie, mi auguro, in cui avrò la preziosa opportunità di poter scrivere tutto quello che mi passa per la mente e di potervi trasmettere, almeno in parte, quel patrimonio di pensieri che ho accumulato un po’ alla volta nel mio decennale percorso di crescita professionale.
Tranquilli, fine dei convenevoli.
Ho pensato e ripensato a lungo a quale potesse essere il tema a cui dedicare il mio primo contributo. Dopo attenta riflessione ho deciso di dedicare questo post a tutte quelle persone che, come me, desiderano essere felici! Mi piaceva l’idea di cominciare da qualcosa di bello che fosse (almeno potenzialmente) alla portata di tutti.
Ma come? – direte voi – Perché, c’è qualcuno che non desidera essere felice?
Un sacco di persone! Anzi, la maggior parte direi.
Sentite odore di fregatura? Pensate che vi stia prendendo in giro?
Nel corso dei miei 35 anni, ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con un sacco di persone. Alcune per lavoro, la maggior parte per quell’insieme di casualità e coincidenze che determinano la nostra quotidianità. Eppure, durante tutto questo tempo, mi sarà capitato massimo una decina di volte di incontrare qualcuno che abbia affermato senza ombra di dubbio: “Oggi sono proprio felice”!
In compenso ovviamente ho incontrato un sacco di persone che sembrava non vedessero l’ora di elencarmi minuziosamente tutti i problemi che, a loro modo di vedere, erano causa della loro infelicità. Vista così, l’intera esistenza umana sembrerebbe una lenta e inesorabile agonia. Ma com’è possibile?
A questo punto, potreste giustamente obiettare che chi è felice magari non viene a dirlo a me. Certamente, quantomeno dal punto di vista professionale, non posso che darvi ragione, nessun paziente potrebbe mai varcare la porta del mio studio spinto dalla gioia di vivere. Eppure non credo che sia questo il motivo.
Provate a seguire il mio ragionamento partendo da una considerazione di base che suppongo essere universalmente condivisibile: chiunque di noi, in cuor suo, può tranquillamente affermare di aver vissuto più di un momento di intensa felicità. In fondo come potremmo mai ricercare qualcosa di cui non abbiamo mai fatto esperienza?
Forse allora la spiegazione potrebbe essere più evidente di quello che pensate: quando siamo felici, semplicemente, non riusciamo a rendercene conto.
Spesso si dice che capiamo il valore di qualcosa quando l’abbiamo perso.
Ecco il vero grande problema: la consapevolezza.
Quando siamo felici, tendiamo a darlo per scontato; quando finisce, ci svegliamo dal torpore mentale e solitamente iniziamo a lamentarci.
In fondo, vi confesso che è proprio per questo che mi sono avvicinato alla psicologia: a che serve essere cosciente della mia infelicità, se posso giungere alla felicità della consapevolezza?
“Di tanto in tanto sarebbe meglio fare una pausa nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici.”
G. Apollinaire
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