Vi capita mai quella spiacevole sensazione di déjà-vu per cui vi sembra che abbiate già vissuto più e più volte quella stessa identica situazione? Quando quella vocina dentro la vostra testa vi ripete in continuazione: “Ma io questa storia, l’ho già sentita!”
Beh, come potrete facilmente immaginare è successo anche a me. E tra tutte le storie che si sono ripetute nel mio studio in questi anni, ce n’è una in particolare che non accenna ad estinguersi.
Mi riferisco per l’appunto alla relazione con un narcisista patologico, solitamente uomo (ma non ne faccio minimamente una questione di genere, è pura statistica personale), e a tutta la sofferenza che spesso, purtroppo, ne consegue.
È vero, avete ragione e vi chiedo scusa in anticipo: chi mi conosce bene sa che sono perlopiù restio ad utilizzare etichette psicodiagnostiche o di qualsiasi altro genere, però in questo caso non ho proprio potuto farne a meno. Sarà la ripetitività dei casi, sarà l’uso delle stesse identiche parole, sarà la portata pressoché epidemiologica di tali situazioni, ma stavolta voglio provare dirvi cosa ne penso rispetto a queste situazioni, chissà che per una volta non serva ad evitare qualche inutile sofferenza.
Alcune doverose premesse prima di cominciare.
a. Questo post è scritto soprattutto per un pubblico femminile, ma non significa che non possa essere letto anche da uomini intelligenti e non troppo permalosi. Spero ne esistano ancora.
b. Non so se ve ne eravate accorti, ma io sono un uomo, e no, non ho alcuna intenzione di insultarmi gratuitamente.
c. Non solo io sono un uomo, ma ho alcuni tratti narcisisti di cui sono abbastanza consapevole e che, a dirvela tutta, non mi dispiacciono affatto. (Come volevasi dimostrare…)
d. Last, but not least. No, non sono un narcisista patologico; e sì, purtroppo sarebbe la stessa cosa che vi direi se in realtà lo fossi.
Ok, ora possiamo tornare a noi.
Chi è il nostro narcisista patologico?
Solitamente si tratta di un uomo, seduttore spesso sopraffino, sostanzialmente incapace di tessere relazioni sane ed equilibrate.
Come riconoscerlo?
Eccovi 5 segnali in ordine cronologico da imparare a distinguere al volo:
1. LA GRANDIOSITÀ.
Generalmente si presenta a voi come una persona sicura di sé e apparentemente priva di zone d’ombra. E già qui potrebbe sorgervi qualche dubbio, ma può esistere veramente una persona così? La risposta col senno di poi ci appare ovviamente scontata, nella realtà però riconoscere queste persone è ben più complesso di così. Sono davvero molto bravi e scoprirli richiede una consapevolezza e un ascolto attento delle proprie sensazioni e dei propri dubbi (che comunque ci sono fin dall’inizio) davvero poco comune.
2. LA SEDUZIONE.
Il nostro amico narcisista patologico tende a condurre fin da subito e con indubbia maestria il sottile gioco della seduzione. Sembra promettere grandi cose fin dal primo incontro e in linea di massima è capace di solleticare negli altri un senso di apparente sicurezza e fiducia, anche se ovviamente poco supportato da dati reali (d’altronde impossibili da ottenere in così poco tempo).
3. IL PUNTO DI NON RITORNO, L’ISOLAMENTO.
In poco tempo il narcisista patologico tende a costruire un legame sempre più speciale e sempre più esclusivo con la sua partner e a consolidarlo un po’ alla volta nel tempo. I vostri amici non gli stanno troppo simpatici e la vostra famiglia influisce troppo sulla vostra vita, meglio stare da soli a godersi la luna di miele, no? È a questo punto che iniziano a mostrarsi le prime crepe in quell’immagine idealizzata. Spesso, durante questa fase infatti, il gioco della seduzione lascia spazio a manifestazioni svalutanti non appena non aderirete in tutto e per tutto a ciò che egli si aspetta da voi! I complimenti lasciano il posto a commenti critici che tendono a sminuirvi e a intessere un sottile legame di dipendenza verso la sua approvazione che si solidificherà ogni giorno di più.
4. L’IMPREVEDIBILITÀ.
A questo punto il suo gioco di dipendenza tende a diventare più palese ed evidente. Alterna momenti di grande intensità emotiva (fittizia per lui, reale per voi) a momenti di palese svalutazione e delusione non appena se ne presenta l’occasione. Dopo aver reso la vostra autostima dipendente dalla sua approvazione, infatti, egli tenderà a rinforzare con complimenti (dispensati comunque di rado) solo i comportamenti che riterrà consoni al soddisfacimento dei suoi bisogni narcisistici svalutando tutti gli altri, soprattutto ogni sforzo che farete di costruirvi una vostra identità che prescinda da lui. E spesso lo farà anche in modo casuale in modo da rendervi sempre più frustrate e dipendenti da lui e dai suoi umori.
5. L’ELASTICO.
Questo continuo gioco di approvazione e disapprovazione casuale tenderà a rendervi sempre più fragili e insicure, si insinueranno nella vostra vita sintomi ansioso depressivi che vi spingeranno a comprendere (nella migliore delle ipotesi) che questa situazione vi è un po’ sfuggita di mano e che dovete riuscire ad andarvene quanto prima allontanandovi da lui. È a questo punto che il narcisista tende a riproporre la sua maestria seduttiva mostrandosi pentito dei suoi errori e dicendovi che non può vivere la sua vita senza di voi, ma rientrando nelle solite dinamiche svalutanti non appena vi sarete riavvicinate emotivamente a lui. Egli infatti è il vero dipendente affettivo all’interno della coppia, ha molto più bisogno lui di voi di quanto voi ne abbiate di lui, sebbene non lo ammetterà mai nemmeno a se stesso. Ricordatevi che non esiste un narcisista senza un pubblico adorante.
Questa fase purtroppo può durare anche molto tempo, a volte perfino tutta la vita, a seconda di quanto lui sia bravo a tornare a sedurvi al momento giusto e a farvi rientrare nello schema o a seconda di quanto questa dipendenza si sia così cristallizzata che, nonostante voi siate in grado di riconoscerne il potenziale auto-distruttivo, non sarete comunque in grado di farne a meno da sole.
Potrebbe essere necessario allora l’aiuto di uno specialista, soprattutto nel caso in cui il tempo trascorso con lui abbia minato completamente la fiducia in voi stesse e nella vostra capacità di fare buone scelte.
Anche perché non potete trascurare la cosa più importante in tutto questo discorso.
È vero che il nostro narcisista patologico è un seduttore sopraffino e un manipolatore niente male, ma è altrettanto vero che siete voi la vera parte forte della coppia, quella che si è fatta carico nel corso degli anni di tutte le fatiche della relazione. È solo riappropriandovi della vostra forza che potrete riuscire a riprendere il controllo della vostra vita e a tornare a volervi bene.
Nel caso, vi aspetto.
A presto.
Scrivi un commento