METODOLOGIA2023-10-18T15:52:47+00:00

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“Follia è fare due volte la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.” (A. Einstein)
Tu cosa stai facendo per cambiare la tua vita?

Bene, se sei arrivato a visitare questa pagina, sei una persona curiosa che non si accontenta di risposte semplici facilmente reperibili su qualsiasi homepage, ma sei una persona che vuol provare a capire chi sono realmente e se puoi davvero fidarti di me.
Direi che si tratta decisamente di un’ottima premessa anche per un percorso di psicoterapia efficace e proficuo.
Vediamo se riesco a fugare alcuni dei tuoi dubbi spiegandoti un po’ del mio approccio metodologico.

Partiamo da alcune premesse.

Se ti trovi a navigare su queste pagine è perché probabilmente stai attraversando un momento di crisi personale piuttosto profonda che sta facendo sorgere alcune domande a cui non riesci proprio a dare una risposta da solo.

NO, PURTROPPO NON SO LEGGERE NEL PENSIERO; SÌ, STA TRANQUILLO, È NORMALE AVERE PAURA.

Posso dirtelo anche se non ti conosco perché la paura dell’inizio è una premessa che nel corso del tempo ha accomunato ciascuna delle persone che ho avuto il piacere di incontrare.

Ed è per questo motivo che posso permettermi anche di consigliarti di NON TROVARE SCUSE!

Impossibile non poter trovare meno di un’ora alla settimana da poter dedicare a se stessi; se pensi di non avere tempo è probabile che la tua motivazione non sia ancora del tutto matura, non preoccuparti, ci rivediamo tra qualche mese, io non ho fretta.

Come racconto spesso ai miei pazienti, la prima persona che ho incontrato lungo il mio percorso professionale aveva 78 anni! Una persona incredibile che più di ogni altra mi ha insegnato che non esiste età per provare a cambiare la propria vita.

Ovviamente non sono d’accordo, ma prendiamo seriamente in considerazione questa domanda per un istante e chiediamoci allora: quanto costa a te e alle persone a cui vuoi bene il tuo star male.
Quanti i rapporti oramai logorati? Quante le notti insonni? Quante le occasioni perse?
Vogliamo provare ad esaminare solo il lato economico? Quanti i soldi buttati in oggetti di cui non avevi davvero bisogno? Quanti i vestiti comprati e abbandonati sul fondo dell’armadio? Quanti gli acquisti fatti per compensare altri bisogni? Riesci a guadagnare quanto meriti? Quante le giornate di lavoro perse perché ti trovavi con la testa da qualche altra parte? Quante le persone che sono riuscite ad ottenere una promozione prima di te perché in grado di vendersi meglio o anche solo di saper sfruttare le occasioni che la vita offriva loro?
Riflettici con calma. Una persona che sta bene guadagna per quanto merita e spende per ciò di cui ha bisogno.

Non sono mica matto! Ecco una delle mie preferite, un evergreen che non passa mai di moda. Più che chiederti se ne hai davvero bisogno, prova a chiederti come sarà la tua vita tra qualche anno se non la prendi in mano e decidi di fare qualcosa!
Come sarà domani?
Tra un mese?
Tra un anno?
Tra dieci?
L’unico potere che abbiamo davvero è quello di mettere in fila una dopo l’altra le nostre scelte; se rinunciamo ad esercitarlo, non ci resta che arrenderci al corso degli eventi e continuare a lamentarci sterilmente come fanno ormai già in troppi.

Oh ecco una domanda interessante. Un’apertura verso qualcosa che non conosco, la generazione di una possibilità che fino a un istante fa non esisteva. Bene ora sei quasi pronto ad iniziare un percorso.

Imparare finalmente a stare bene con te stesso e con gli altri!

Ancora un istante.

Prenditi ancora un attimo di tempo per leggere qualche riga sul mio approccio, e se sarai ancora convinto di cominciare, allora aspetto quanto prima una tua telefonata.

Esistono una miriade di correnti di pensiero all’interno del vasto e variegato mondo della psicologia.
Personalmente, io faccio riferimento alla corrente della Psicoanalisi della Relazione, ovvero l’evoluzione in chiave moderna della psicoanalisi classica.
Ritengo in generale la psicoanalisi il tipo di approccio psicologico più completo oltre che il più profondo ad ogni livello, ma sono contento di non appartenere alla corrente classica Freudiana. Mi sentirei come un medico che prova a curare un paziente secondo le indicazioni di Ippocrate, il grande padre della medicina vissuto in Grecia circa 2.500 anni fa; bello, ma non fa per me, grazie.
Ma torniamo ora ai nostri giorni.

Il principio su cui si basa la Psicoanalisi della Relazione è che qualsiasi essere umano fin dalla nascita struttura una serie di modalità relazionali che un po’ alla volta finisce per applicare in qualsiasi contesto della vita a prescindere dalla loro adeguatezza. Col tempo tali modalità possono irrigidirsi sempre più lasciando alla persona un margine di scelta e di libertà molto risicato. La mancanza di consapevolezza rispetto alla palese disfunzionalità di tali strutture tende a far soffrire la persona senza che neanche si accorga delle reali motivazioni del proprio disagio. Purtroppo è facile intuire che se non si è coscienti delle specifiche motivazioni del proprio star male è anche difficile riuscire ad adottare le contromisure più appropriate per risolvere la situazione.

Ed è qui che interviene la psicoanalisi.
La consapevolezza di ciò che siamo è la chiave per poterci adattare al meglio delle nostre possibilità alle diverse situazioni che la vita ci induce ad affrontare.
Sembra facile, e, per assurdo, lo è.

Facciamo un esempio semplice semplice giusto per schiarirci le idee.
Chiedere al mio capo, sul posto di lavoro, continue conferme e gratificazioni rispetto al mio operato perché i miei genitori mi hanno sempre abituato così fin da bambino, “forse” non si tratta della strategia più adeguata ed efficace per fare carriera.
Semplice, no?

Dai che manca poco.

In conclusione, ci tengo a sottolineare i tre capisaldi del mio modo di lavorare e di approcciarmi alle persone che incontro. Si tratta di un lavoro di sintesi frutto della mia esperienza e del mio modo di intendere la psicoterapia dopo più di dieci anni di esperienza sul campo.

PAROLA CHIAVE: RISPETTO

Il mio metodo si basa sul rispetto delle persone che incontro che non vengono giudicate, ma anzi esortate ad imparare a non giudicarsi a propria volta. Restereste sorpresi di scoprire quanti problemi si risolvono da soli aiutando le persone ad accettarsi per ciò che sono e ad imparare persino a volersi bene.

MI OCCUPO DI PERSONE, NON DI PROBLEMI

Concettualizzare qualcuno solo per il problema che porta è il modo migliore per non aiutarlo affatto. Vi invito a diffidare delle persone che dicono di potervi curare in base al sintomo che avete e non alla persona che siete. Nel mio studio troverete una persona disposta ad ascoltarvi davvero e a cercare di capirvi in profondità.

NIENTE LETTINO, GRAZIE

Dimenticate ciò che sapete sulla psicologia, Hollywood è stata di certo una pessima insegnante. Il mio approccio di lavoro si basa sulla pari dignità ad ogni livello tra psicoanalista e paziente. Nessuno dei due vale più dell’altro. Di conseguenza, nel mio studio, troverete due poltrone esattamente identiche poste l’una di fronte all’altra.

Bene, ora sono convinto che tu abbia tra le tue mani tutti gli strumenti di cui hai bisogno per poter prendere una delle decisioni più importanti della tua vita.

Ti aspetto.

chi ha detto che per andare dallo psicologo 
bisogna aspettare di star male?

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